
Sarafine, 'faccio musica per rendermi felice

L'artista al Padiglione Italia a Expo: 'Tanta rabbia nel mio EP'
Lasciare casa per dimostrare a sé stessa di potercela fare, anche a costo di "affrontare il periodo più sofferente della mia vita", fino ad arrivare a "vivere facendo quello che mi fa stare bene". Ovvero la musica. Dal Padiglione Italia di Expo 2025 Osaka Sara Sorrenti, in arte Sarafine, racconta all'ANSA la scelta di spostarsi dalla Calabria dopo aver studiato Economia aziendale, prima per andare a Londra, poi a Lussemburgo e infine a Bruxelles. Qui ha "sperimentato la chiusura totale nei confronti della società", molto prima che arrivasse la consacrazione musicale con la vittoria a XFactor 2023. Un percorso che ha portato la 36enne di Vibo Valentia a raccogliere sé stessa per trasformarsi in musica. L'EP uscito a dicembre 2024, 'Un trauma è per sempre', racconta tutto questo. "In questo disco c'è tantissima rabbia, c'è tantissima introspezione e c'è tantissima accettazione anche di sentimenti che non sono proprio eticamente... ben visti" spiega Sarafine. Tanti aspettavano una sua produzione dopo la vittoria nel talent, ma lei ha deciso di prendersi del tempo, precisamente un anno, per fare le cose a modo suo. Missione compiuta a giudicare dalla risposta del pubblico e dall'intensità con cui parla del suo lavoro, un moto che a stento riesce a trattenerla seduta. La sua opera è stata quasi un esercizio di maieutica: "Il titolo, 'Un trauma è per sempre', è stato dedotto dal concept che, a sua volta, ho dedotto dalla scrittura dei brani. Non sapevo che cosa stavo andando a scrivere, cosa avrei tirato fuori". Più scriveva più Sarafine notava che tutte le canzoni parlavano "di un trauma della mia vita", in particolare del "trauma supremo", quello di "voler fare musica" ma di "essere stata un po' bocciata fin dall'inizio perché cresciuta in un contesto dove il pragmatismo e la felicità orientata all'utile materiale sono fondamentali". Lei si è allontanata da questo stereotipo, passando dai primi concertini a Bruxelles in cui "fischiava tutto e facevo anche dei flop pazzeschi", fino a trovare la propria strada. Cantante, musicista, dj. Sarafine è un po' tutto: "Come ogni calabrese mi piace abbondare" scherza, ma la realtà è che negli anni ha avuto un'evoluzione artistica che l'ha portata a combinare diversi stili. Musica dance, ma anche basi techno e latinoamericane, come nel brano del suo ultimo album 'La Regina della macarena'. A un primo impatto, dice Sarafine, qualcuno potrebbe pensare che non c'entri niente con il suo genere, eppure "in quel contesto quella base era funzionale a dare quel messaggio, a fare quel racconto: è come se fossero delle piccole favole che devono essere completate sia col testo, sia con la musica adatta". "Ho vissuto per tanti anni una vita nella quale non mi sentivo a mio agio - dice Sarafine -, adesso sono in una fase nella quale faccio un lavoro che mi piace tantissimo e voglio approfittarne per essere felice, non per essere frustrata di nuovo in un altro meccanismo di aspettative che non sono le mie. Se vado sul palco e non c'è nessuno davanti a me, comunque io sono gasata e canto". In realtà, di persone a sentirla ce ne sono state, e anche parecchie, nel tour che lo scorso anno l'ha portata a far ballare mezza Italia. E ora si prepara a replicare, anche se ancora un programma ufficiale non è stato diffuso: "Quest'estate torneremo a girare il Paese e presto comunicheremo le date del tour invernale". E sul futuro della musica italiana Sarafine è ottimista: "La gente ha voglia di sentire persone autentiche, vedo un ritorno del rock, di musica suonata, di cantautori, c'è voglia di ascoltare meno prodotto musicale e più anima". Lei in ogni caso continuerà a essere sé stessa: "Il mio percorso è rispondere esclusivamente alle mie aspettative e per adesso ricerco la serenità, le cose che mi fanno stare bene".
S. dos Reis--JDB