
Nuova tecnologia rimuove contaminanti dall'acqua

Sviluppata in Italia, unisce sicurezza e sostenibilità
Sviluppata in Italia una nuova tecnologia di filtrazione dell'acqua basata sull'ossido di grafene, un nanomateriale in grado di rimuovere efficacemente contaminanti che sono oggetto di crescente preoccupazione per il potenziale impatto sulla salute umana e sull'ambiente. Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature Water, è frutto della collaborazione tra l'Istituto per la sintesi organica e fotoreattività del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna (Cnr-Isof) e l'azienda Medica S.p.A. Grandi quantità di nuovi inquinanti vengono costantemente immessi nell'ambiente: si tratta di composti utilizzati, ad esempio, in farmaci, prodotti agricoli, filtri solari, cosmetici e ritardanti di fiamma. La loro continua dispersione rende sempre più urgente lo sviluppo di tecnologie di trattamento avanzate ed efficaci. I ricercatori di Cnr e Medica hanno pensato di catturarli con filtri per acqua a base di fibre capillari cave in cui è stato integrato l'ossido di grafene. I filtri progettati sono in grado di rimuovere inquinanti particolarmente persistenti (come Pfas, antibiotici chinolonici e piombo) con prestazioni paragonabili o superiori ai sistemi attualmente in commercio. Oltre a essere sicura ed efficace ad ampio spettro, la nuova tecnologia si presta particolarmente a uno sviluppo industriale: è integrabile nelle linee di produzione esistenti, ha costi contenuti, e prevede un uso minimo di grafene ossido nelle membrane filtranti. Il risultato è frutto di un'attività di ricerca iniziata oltre dieci anni fa, che ha accompagnato lo sviluppo di membrane innovative a base di polisulfone e grafene ossido. Un passaggio fondamentale è stato rappresentato dalla realizzazione di una linea di produzione semi-industriale nell'ambito del progetto europeo Graphil, finanziato dalla Graphene Flagship, che ha consentito di portare la tecnologia dai prototipi di laboratorio fino alla fase commerciale.
D. Barbosa--JDB